«Mrs Smith le dava della svergognata sgualdrina. Lei non ribatteva. Non diceva niente a nessuno, e proseguiva per la sua strada come se fosse sorda. Credo che in tutta la zona soltanto lei e io riuscissimo a vedere la sua autentica bellezza. Era un uomo stupendo, molto elegante nel portamento, con un che di selvatico nel fisico, come una creatura dei boschi».
Possiamo leggere Amy Foster come l'elogio che Conrad fa dell'incertezza, della vasta inconoscibilità dell'anima umana privata dei suoi ormeggi.
dal saggio introduttivo di Hisham Matar
tradotto da Anna Nadotti