Miti del nord. Ingri e Edgar d'Aulaire

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La Giacca del Lettore

«Il primo fra gli Asi era Odino, sovrano degli dei e degli uomini. Il suo regno era fatto di nove mondi: il mondo dei morti, del fuoco, degli gnomi, degli uomini, dei giganti, degli elfi, dei Vani e degli Asi. E poi il mondo con il tetto di stelle luccicanti, dove un giorno tutte le anime buone si sarebbero incontrate».

In principio c’era Odino, il re degli dei, degli uomini e delle guerre, che governava il mondo alla testa delle Valchirie, le sue feroci guerriere. Accanto a lui, c’era il barbuto Thor, il dio del tuono, che brandiva il suo magico martello contro i giganti, gli eterni rivali. E poi c’era Freya, la dea dell’amore, alla perenne ricerca del marito sopra un carro trainato da gatti grigi; e soprattutto c’era Loki, il fratello di Odino, che col suo spirito cialtrone faceva sganasciare dal ridere gli altri dei. Loki il mascalzone «nella mia mente di bambino rappresentava l’unico vero dio, con quei suoi istinti contrapposti a concepire le cose e poi a sfasciarle, a fare e disfare complotti, a creare e distruggere mostri», scrive nella sua prefazione il grande narratore americano Michael Chabon. Ecco perché Loki è il più emblematico degli dei scandinavi, che a differenza di quelli greci sono mortali come gli umani e hanno una storia con un principio e una fine. Sono divinità piene di difetti – né più né meno di quelle dell’Olimpo – ma alla fine quei difetti le porteranno alla rovina e travolgeranno i nove mondi creati da Odino con il cranio, i polmoni, il cuore, le ossa, i denti e il sangue del nonno. Nella battaglia finale di Ragnarokk, i giganti e gli dei si fronteggeranno fino all’estinzione totale, e Yggdrasil, l’albero di frassino che regge i loro nove mondi, si spezzerà irrimediabilmente. «Ciò che rende questo libro un prodigio è il modo in cui il racconto e le illustrazioni si completano a vicenda, tessendo la rispettiva trama», commenta ancora Chabon, che confessa: «Come ogni bambino americano ho divorato questo libro a otto anni e non ho più smesso di amarlo». Gli artefici di questo prodigio sono Ingri e Edgar d’Aulaire, che hanno saputo catturare tutto ciò in una prosa immediata, magica e realistica al tempo stesso, dando vita a un classico della letteratura per l’infanzia: l’opera d’arte del genio creativo di due talenti che hanno dedicato la loro esistenza alla tecnica dell’illustrazione divenendone maestri di fama mondiale.