Michele Mari è uno dei più grandi romanzieri italiani, ma non è stato sempre così. Prima di rifugiarsi nella stiva, prima di calarsi nell’abisso, prima di tutto il ferro e la pasta sfoglia, dell’amore per la signora falco e delle cronache del giovane Duddle, c’è stato un tempo, nell’adolescenza, in cui Mari ha iniziato a evocare le sue mitiche visioni sulfuree di ciò che volesse dire «fare i libri». I fumetti raccolti in La morte attende vittime raccontano quel Mari, un Mari ancora esordiente che si confronta con i classici dell’avventura fantastica e con la potenza immaginifica delle copertine di Urania, con le incisioni medioevali e con Flash Gordon. Un Mari già ossessionato dal dettaglio e catalogatore, intento a descrivere tutte le cerniere di un’armatura, i lombrosiani porri sulle guance di malfattori, i profondi crepacci e le terribili ferite di frecce, lance e spadoni a due mani. Michele Mari ha iniziato a raccontare coi fumetti, e questo libro raccoglie tutta la sua primissima produzione, fatta di riduzioni di grandi classici come L’Orlando furioso, i Sepolcri foscoliani, Uno studio in rosso e storie originali come quella che da il titolo al volume: La morte attende vittime. Nella raccolta troverete anche Il visconte dimezzato a fumetti, con un commento autografo di Calvino stesso: «Il tuo (di Mari, ndr) modo di raccontare per immagini è pieno di trovate visive, molto spiritose ed efficaci».