Prima di diventare artista, prima di arrivare in Italia, Nathalie Du Pasquier trascorre, non ancora ventenne, sei mesi in Gabon, un tempo colonia francese. Si ferma a Port Gentil, la seconda città del paese, mescolandosi alla vita quotidiana. Stringe nuove amicizie. E proprio un’amica le dà un ritaglio di giornale che Nathalie decide di sceneggiare e farne un fumetto. Quel che ne viene fuori è una storia dai colori intensi e l’umorismo contagioso tipici dell’Africa: le avventure di un maldestro Don Giovanni che fa ridere tutta la comunità con le sue imprese. Il piccolo libro offre una dimensione inedita dell’artista: il fumetto, la bande dessinée, come nella migliore tradizione francese. Al libretto ne è accluso uno speculare, preparato per l’occasione dall’artista che dichiara: “È stato strano ritrovare questo libro rilegato con il nastro adesivo invecchiato, questo pezzo dimenticato, perché ho perso tutto quello che ho fatto prima di venire in Italia: le lettere, i disegni, le foto. Non so perché si è salvato: mi piace pensare che è stata la prima cosa che ho fatto, ancora mi ci riconosco, e soprattutto ancora mi fa ridere”.