Adriano Olivetti. Nel gennaio 1960, poche settimane prima di morire e nel pieno dello slancio creativo, Adriano Olivetti pubblicava la prima edizione di Città dell’uomo, il suo volume più celebre destinato a diventare un testamento spirituale. Gli scritti e i discorsi raccolti nell’antologia, riproposta oggi in una nuova edizione accresciuta, trasmettono ancora intatta e fortissima la passione civile, a tratti mistica, che li ispirò. Ciò che emerge da queste pagine non è un’idea vagheggiata e astratta di convivenza civile, ma la ricerca attiva e inquieta di un’autentica città dell’uomo, di una società fondata sul rispetto dei valori dello spirito, della scienza e degli ideali inalienabili di giustizia e dignità, perseguiti lontano da ogni retorica, rimanendo vicino al nucleo più intimo e insieme universale dell’uomo.“La città dell’uomo sorgerà in un mondo liberato dall’asservimento alla forza e allo strapotere del denaro, al termine di quella lotta nel campo materiale e nella sfera spirituale che è l’impegno più alto e la ragione della mia vita. La luce della verità, usava dirmi mio padre, risplende solo negli atti, non nelle parole”
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