La regina del silenzio
«Ho ricevuto la cartolina di mio padre, che in lettere maiuscole mi chiedeva: COSA DICE LA REGINA DEL SILENZIO? Se quella frase mi ha segnato così profondamente, se sento il bisogno di trascriverla ancora e ancora, è perché proponeva un enigma impossibile da risolvere per la bambina che ero, enigma crudele e affascinante che riassume tutte le difficoltà del mestiere di bambino. Enigma che all’epoca si esprimeva così: Cosa mai potrebbe dire la Regina del silenzio senza perdere il titolo, e l’affetto di suo padre? O ancora: Com’è possibile al tempo stesso parlare e non parlare? Ero incastrata. Presa nella trappola dell’intelligenza paterna».
Marie ha soltanto cinque anni alla morte di suo padre, Roger Nimier, notissimo scrittore e intellettuale. In questo straordinario romanzo, vincitore del Prix Médicis, il più prestigioso premio letterario francese, l’autrice ricostruisce la sua immagine attraverso testimonianze di familiari e amici. Ognuno lo descrive di volta in volta, o anche simultaneamente, come un uomo affascinante, serio, bugiardo, leale, tenero, indifferente e maldestro nei sentimenti. L’inchiesta della figlia sul padre è insieme piena di tenerezza e atroce, buffa e dolorosa. Il suo è uno scavo nel tempo, nel vuoto, in ciò che è rimasto dell’amore.
Alla domanda che lui le aveva scritto su una vecchia cartolina, tra le poche cose lasciate alla figlia: «Cosa dice la Regina del silenzio?», adesso lei può rispondere: «Niente, scrive».
Un romanzo dallo stile altissimo, ricco, raffinato, nel quale si svelano senza pietismi ma anche con immenso amore le dinamiche tra genitori e figli, le delusioni e le speranze, la perdita e il vuoto, e che ricorda per la profondità filosofica le migliori opere di Milan Kundera e per la struttura narrativa l’indimenticabile Foto di gruppo con signora del Premio Nobel tedesco Heinrich Böll.