H
ervé Guibert. Il primo volume della collana
Lampi è un classico della letteratura francese e, insieme, della riflessione intorno alla fotografia, tradotto per la prima volta in italiano:
L’immagine fantasma di Hervé Guibert con un’introduzione di Emanuele Trevi.
"Ciò che mi ha spinto a scrivere è stato il rimpianto per le foto sbagliate, le foto che non sono riuscito a scattare, che non ho potuto fare, che si sono rivelate invisibili, come fantasmi. Ho pensato di scrivere per ritrovare la stessa sensazione che volevo dare a quelle foto". In un'intervista del 1981, Hervé Guibert- scrittore, giornalista, fotografo, critico per il quotidiano Le Monde - parlava così del suo libro, L'immagine fantasma, pubblicato ora per la prima volta in italiano. Volutamente privo di fotografie, L'immagine fantasma racconta il rapporto di Guibert con il fotografico: le sue prime fotografie erotiche, un reportage sulla madre la cui immagine non verrà mai rivelata, il lento disfacimento di una foto destinata a consumarsi e a morire, e poi immagini fantastiche o intime al punto da diventare invisibili.
In occasione del trentennale dalla morte dell’autore e dei quarant’anni dalla prima edizione di questo libro, L’immagine fantasma offre dunque un’occasione per conoscere le riflessioni di Guibert, ancora oggi estremamente attuali e penetranti, sul rapporto tra fotografia, scrittura e vita personale. Il volume è accompagnato da un testo dello scrittore Emanuele Trevi che introduce l’opera e l’autore al pubblico italiano.
Il libro non è un testo teorico ma una raccolta di storie che esplorano, attraverso le avventure personali, i diversi tipi di fotografia: familiare, di viaggio, le fototessere, le Polaroid, la fotografia pornografica o giudiziaria. Una scrittura coinvolgente, intima e profonda, nata in una stagione di nuova attenzione verso la fotografia e quasi a commento de La camera chiara (1980) di Roland Barthes, di cui sembra una sorta di continuazione letteraria.