Sono molteplici e in apparenza contraddittorie le immagini in bianco e nero di Roma che Ludovico Quaroni ha raccolto in giro per la città eterna. Il barocco convive con le baracche, l’esplosione della civiltà dei consumi – l’Italia del boom economico – non cancella le tracce di una città che sembra uscita da un film di Vittorio De Sica o Roberto Rossellini. E poi le fontane di Roma e le sponde del Tevere, la Rinascente di Franco Albini e Castel Sant’Angelo, l’EUR e il Vaticano, fino al mercato di piazza Vittorio e all’Appia Antica. Stratificazioni di civiltà che si intrecciano, e in mezzo il popolo di Roma in apparenza indifferente allo scorrere dei secoli. L’occhio dell’architetto dà vita a un libro inedito e sorprendente che può essere anche considerato – questo il filo rosso – un atto di amore nei confronti della città che gli ha dato i natali. Un testo dello scrittore Francesco Pecoraro, allievo di Quaroni, rende omaggio alla Roma del grande architetto.
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