Come Beatrix Potter per l’Inghilterra, così è Wilhelm Busch per la Germania: non solo autore immensamente amato, sui cui libri sono cresciute generazioni di bambini, ma una sorta di Lare o divinità tutelare del genio della tribù. A Busch si deve l’invenzione innanzitutto di Max e Moritz (ovvero Pippo e Peppo nella loro incarnazione italiana), capostipiti di tutti i ragazzi terribili – e il tempo che passa non è riuscito a produrre un’altra coppia degna di loro per efferatezza e inventiva. Ma anche nella storia di quello che oggi si chiama «fumetto», ed era un tempo «vignetta con testo», Busch ha lasciato un’impronta geniale, perché all’originalità palese del disegno è riuscito a unire la maestria nell’uso della parola, irriverente, maliziosa e sfrontata come il tratto della sua matita.
Plif e Plof (Plisch und Plum) apparve per la prima volta nel 1882.