Artista tra i più significativi della seconda metà del Novecento, Francesco Lo Savio (1935 – 1963) realizza i suoi lavori in un lasso di tempo molto breve, terminato con la morte a soli ventotto anni: una carriera bruciante, ricca di intuizioni colte solo dopo la sua scomparsa. In Passione dell’indifferenza. Francesco Lo Savio lo storico dell’arte Riccardo Venturi ricostruisce, in forma narrativa, gli ultimi anni della vita dell’artista in un testo a due voci. La prima voce ripercorre a ritroso, come il flashback di un film noir, gli episodi salienti dell’opera e della vita di Lo Savio. Incontriamo l’artista a Roma al vernissage deserto della sua ultima mostra personale; lo seguiamo in un albergo di Torino dove ha appuntamento con Pierre Restany; lo accompagniamo nel tragico gesto finale a Marsiglia, in una cellula abitativa dell’amato maestro Le Corbusier. A questa voce fa da controcanto una seconda traccia, un pensiero rabdomante che ricostruisce l’ambiente artistico e umano in cui Lo Savio si è trovato a vivere. Nella cornice dei vitalissimi anni Sessanta è boicottato a Milano da Fontana e Manzoni; acclamato a Leverkusen tra Reinhardt e Verheyen; osteggiato a Roma dagli artisti del Caffè Rosati; vegliato, infine, nei suoi ultimi giorni a Marsiglia, dall’amata Marianne e dal fratello Tano Festa.
Completa il volume un profilo sull'opera di Lo Savio. Il volume colma una lacuna critica su un artista sempre più apprezzato in Italia e nel mondo e segue l’esposizione “Francesco Lo Savio” al Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.